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In Precedenza

Mantova, seppur in quel periodo non fosse particolarmente ricca e prospera, ha subito diverse invasioni, incursioni e devastazioni. Già a partire dalla seconda metà del XIII secolo i veronesi attaccarono a più riprese il territorio mantovano, ma solo con Cangrande Della Scala, aiutato con la rivolta dei Gonzaga dei primi di agosto del 1328, riuscirono a conquistare la città virgiliana. L'Imperatore Ludovico IV però non vedendo di buon occhio la famiglia mantovana, che aveva spodestato i fidati Bonacolsi, decise di dare Mantova al alleato imperiale Cangrande. Ma la sorte è stata beffarda: nemmeno un anno di tempo ed il grande condottiero veronese morì, lasciando la città di Mantova ai Gonzaga. Il potere veronese andò mano a mano a scemare mentre iniziò quello della famiglia dei Visconti di Milano, che con Bernabò dal 1354, la città meneghina iniziò un'importante campagna espansiva.

Un primo scontro fra le milizie viscontee e virgiliane avvenne nel 1357. I milanesi adottarono uno schema d'attacco che riutilizzarono diverse volte: risalendo il fiume Oglio, fra Canneto e Marcaria, andarono a distruggere i borghi fortificati principali nel Serraglio mantovano; fra i quali Borgoforte e Governolo.

Ad interessare i milanesi, in questo primo attacco, era il predominio della città di Reggio Emilia, mantovana dal 1335. Ma le mire espansionistiche di Bernabò Visconti fallirono per colpa di una violenta epidemia di peste scoppiata a Milano. I milanesi così dovettero far ritorno a casa lasciando Mantova inespugnata. Un secondo attacco, con le stesse modalità, avvenne nel 1368; ma questa volta al fianco dei milanesi si era unito Cansignorio della Scala, il quale avrebbe guidato le truppe di Iacopo dal Verme da nord. L'idea era quella di chiudere in una morsa a tenaglia i mantovani. Gli alleati dei mantovani, però, si mossero velocemente ed evitarono il peggio. Ma ben presto la guerra campale, che doveva essere un'avanzata veloce, si trasformò in una permanenza continua. Trasformando il territorio mantovano, le sue campagne e le sue città rurali, in una facile preda d'attacco per veloci raid al fine di sfamare le truppe viscontee.